Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 13 gennaio 2006 Per una manciata di voti, otto, l’amnistia non è passata alla Camera. Un passaggio segnato da voti incrociati e da assenze più o meno motivate: «Ho votato a favore, certo. Non ho visto in aula l’onorevole dei Ds Gigi Olivieri che, pure, in passato aveva fatto sapere di seguire con attenzione il tema» è sbottato, a caldo, un deluso Marco Boato, presidente del gruppo misto alla Camera. Ha votato no, invece, ma ha sempre espresso i suoi dubbi sul provvedimento, Gianni Kessler, Ds. Alle 17.35 l’aula della Camera ha bocciato l’amnistia grazie ad un emendamento soppressivo presentato da An e Lega. Mezz’ora dopo stessa sorte per l’indulto. Ma sono i veti incrociati che portano a questo risultato, i partiti escono allo scoperto: Lega e An, acerrimi nemici di ogni provvedimento di clemenza, hanno avuto al loro fianco nel respingere l’amnistia Ds e Margherita. Poli, quindi, divisi al loro interno: favorevoli all’amnistia erano Forza Italia, Udc, Prc, Verdi e Sdi. Non c’è stato bisogno neppure dello scrutinio segreto. Che nessuno ha chiesto. Del resto le posizioni erano chiare già da ieri ad eccezione dei Ds e della Margherita che pur avendo sostenuto la loro contrarietà all’amnistia, non avevano ancora deciso se pronunciarsi con un “no” o se astenersi. Alla fine hanno optato per il voto contro. Bocciato pure l’indulto. Soddisfatti An e Lega che pensano alla legge sulla legittima difesa. |
MARCO BOATO |
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